giovedì 17 maggio 2007

UNA TORTA A STRATI

Ho fatto la spesa.
Ho comprato gli ingredienti per preparare una torta, a strati.
Ho pensato a come le esperienze personali, le storie, le pratiche si sovrappongono, si amalgamano insieme, restando però distinte, affiancandosi quasi senza toccarsi, senza perdere individualità e singolarità.
Come in una torta, il bello sta nello stratificarle, nel disporle secondo intuito, qualità e proporzioni.
Ma anche nel lasciare ampio spazio all’improvvisazione.
Anche perché le ricette si imparano a memoria dopo anni di esperienza e raramente i passaggi si eseguono sempre nello stesso ordine, qualcosa scappa via, e viene ripresa nel passaggio successivo.
Trattenere memoria degli ingredienti, delle quantità, dei mescolamenti, delle consistenze, delle temperature è esercizio inconsapevole e costante.
E non significa necessariamente dare ordine.
Ho riposto sul piano della mia piccola cucina tutto quello che con attenzione ho raccolto tra gli scaffali del supermercato.
La ricetta dovrei ricordarmela.
So che sta scritta in un piccolo foglio difficile da ritrovare e che non mi deciderò mai a ricopiarla in un quaderno. Ma tutto questo rende più interessante l’operazione. Posso anche aver comprato tutti gli ingredienti e, infine, scoprire di non poter fare la torta perché non trovo il foglio. Il problema, forse, non è prepararla questa torta, almeno per il momento. Ma capire come vada composta.
Sapere quali sono gli ingredienti, gli strati, la farcitura, gli addensanti come la farina, i leganti come le uova, ascoltare la densità e il gusto del composto. E poi sapere che ognuno ha le sue dosi, i modi per mescolare… chi la vuole con tanta farcia… chi con le noccioline tritate intorno…per me senza canditi grazie. C’è chi crede nell’insostituibilità delle creme e delle salse e chi negli incontri felici e improvvisi con pezzi di cioccolato.
Gli strati sono da stabilire, mai troppo pochi ma stabili.
Credo di aver portato a casa gli ingredienti giusti.
Riuscirà il gioco della loro trasformazione: mescolarsi, contagiandosi quasi, scambiandosi aromi, consistenze e colori.
Dimenticavo…mettere da parte un po’ di farina da spargere nella teglia prima di versare il composto… quanto basta per non farci attaccare, restando liberi di andare per le nostre strade ma sapendo sempre dove ritrovarci.
Potrebbe essere un’operazione a più mani?

1 commento:

PiEffe ha detto...

telepatia: ho appena postato sul mio blog la ricetta di un dolce.
le mani in pasta non sono mai abbastanza: magari pasticciano, ma la perfezione non è mai stata divertente