mercoledì 7 maggio 2008

PALERMITANI?

Si è svolto nel quartiere Albergheria/Ballarò il Laboratorio Woz, invisibile, dal 25 al 30 aprile scorsi. Ne ho scritto circa una settimana fa, e Nicola Pizzolato (unico commento interessato su Rosalio) mi faceva notare che “Ballarò è un grande polmone economico che, per la sua vivacità, permette a molti di sbarcare il lunario, anche a persone a cui, per i loro trascorsi e la loro ignoranza, altrove sarebbe negata questa possibilità. E il contesto architettonico, seppure fatiscente, è accattivante. Certo c’è molta povertà e ci sono molti problemi sociali, ma non mi pare più deriva urbana della maggior parte di questa malamministrata città.” Ho vissuto il luogo in maniera molto intensa: non quanto chi lo abita, certo più di chi ci va la sera per lo schiticchio. Ho iniziato a lavorarci sopra a settembre scorso, grazie anche a Pino Costa di Archeoclub, e in questi mesi ho sempre pensato alla possibilità di una rivalsa per quell’area definita di “deriva urbana”.

Di più. Nonostante non ci fossero presenze palermitane al Woz, tranne 4 studenti della Facoltà di Architettura e l’architetto Marzia Messina, ho continuato a insistere, con il prezioso staff che ha corroborato tutte le fasi del progetto, per indirizzare il senso delle cose fatte verso una promessa di futuro per gli abitanti del quartiere, forse anche contro le loro convinzioni di luogo della disfatta civica. Ma il mio ardimentoso punto di vista si è andato a scontrare con una realtà ben più complessa di quanto era emerso dai libri, dagli studi, dai progetti, dalle letture urbane, dalle interviste, dagli occhi degli abitanti stessi. Quel luogo non è perduto, quanto piuttosto indipendente dalla città. Non è una deriva, ma una enclave: come dire che non scorre sulla tettonica monumentale della città di Palermo ma, piuttosto, ne è l’ancora, aggrappata come si trova a modalità di vita e di comportamento tipiche di arroccatissimi borghi di fondazione.

Questo non vuol dire che io mi stia tirando indietro, ammetto però una sconfitta dell’analisi e da questa mi baso per imparare a leggere, ad altri livelli, questa parte di città. Cosa è venuto fuori dal Woz? L’apparente stato di abbandono del quartiere alla ridondanza d’immondizia (una passeggiata notturna, in auto, dopo che i mezzi dell’Amia hanno fatto il loro giro, può solo sostenere questa tesi): eppure c’è un pattume che è rifiuto e un altro che è risorsa, e i mercati spontanei dietro la scuola Nuccio e dinanzi al Centro Sociale San Saverio ne sono la dimostrazione pratica. Andateci. Questo punto ci è sembrato nodale. Poi, Albergheria non ha “spazi pubblici” ma “luoghi collettivi” e la differenza è statutaria non solo nominale. Perché? Uno spazio pubblico si chiama “via”, “piazza”, “largo”, eccetera, mentre un luogo collettivo, uno dei quali è stato da noi riconosciuto come “ru Zù Andrea”, appartiene alla coscienza di chi vi abita, ed è più frequentato degli spazi imposti al quartiere. Non me ne vogliano le attività sociali e culturali accampate dentro.

Sicché, e chiudo, il bilancio del Woz, innanzitutto, non è dei palermitani - ai quali non importa che una parte di città sia più o meno, mi si scusi il termine, “riqualificata” – ma di chi ha investito in proprio risorse e tempo per imparare a capirci qualcosa da questa porzione di città, parte per il tutto, che ha incistato caratteri e problemi difficili da comprendere (non ultime le perversioni sociali che sfogano le loro pulsioni su chi non ha la possibilità di capirne i risvolti), e che sa che non basta una birra e un panino con milza e panelle, una sera ogni tanto, per restituire innocenza e credibilità alla vita di chi sfida lì il proprio tempo. Forse, in ultima analisi, la deriva è il bilancio del Woz. Albergheria, ora, ospita installazioni temporanee che dureranno poco, e alcune sono già state divelte, collocate lì per provocare l’indignazione civile di chi attraversa quei luoghi; ci siamo accorti, però, che, come molti, siamo solo stati dei virus, apparentemente presenti e adesso rimossi, anche da chi ci ha voluti invisibili. La cosa, però, non mi aggrada, e penso che bisogna ancora insistere almeno per dare una speranza agli occhi dei bambini e delle bambine che, nonostante il destino accettato del quartiere, chiedono, attraverso le loro espressioni, i loro gesti, e i sorrisi a metà, un’infanzia normale.

3 commenti:

Unknown ha detto...

palermitane erano tutte le persone del quartiere dove abbiamo svolto il woz, palermitani i bambibi della scuola nuccio protagonisti di woz kiz, palermitani i volti dei commercianti del mercato che ogni giorno attraversavamo, palermitani i saluti, le parole, i modi, a momenti anche i pensieri.
woz l'abbiamo fatto per tutti questi e tutto questo, non certo per gli assenti (anche se condivido,in parte, quello che scrivi).
il risultato del woz di quest'anno? ci siamo adeguati alla strada,non è stato possibile prevedere, incanalare, quello che ci circondava, in schemi... e, in parte, ci siamo riusciti.
siamo stati...'un desiderio infinito in un limite: tanti desideri infiniti nello stesso limite'(mazzolari)

e poi, i nomi, facciamoli tutti (in ordine assolutamente casuale):

Marco Alì (CT)
Alessandro Mancuso (ME)
Alessio Altadonna (ME)
Nicola Siragusa (ME)
Dario Donato (ME)
Claudio Marchese (ME)
Mario Manganaro (ME)
Hortense Sestito (PA)
Luca Romano (PA)
Nino Cogliandro (RC)
Benedetta Genovese (RC)
Katia Pistritto (SR)
Giuseppe Merendino (SR)
Antonino Nastasi (ME)
Annamaria Chiodo (CT)
Leonardo Cumbo (CL)
Eugenio Vanflori (ME)
Emanuela Baldi (PT)
Domenico Lo Cricchio (PA)
Andrea Coppola (TO)
Loredana Scopazzo (RC)
Giorgio Cannizzaro (RC)
Filippo Malice (RC)
Matteo Belfiore (NA)
Alberto Proto (PA)
Alexandra Vizzini (PA)
Marzia Messina (PA)
Roberto Tranchese (NA)
Virginia Caldarella (CT)
Gianluca Saporito (Roma)
Massimo Chiarenza (Roma)
Totò Melita (SR)
Cristina Pasquale (SR)
Alessandro Nasi (Parigi)
Maurizio Battista (SR)
Marta Iorio (BO)
Roberto Masiero (VE)
Giacomo Pirazzoli (FI)
Giuliana Torre (PA)
Lili Kedves (Ungheria)
Antonio Di Chiara (PA)
Giusy Dispenza (CL)
Vivian Celestino (PA)
Elena De Luca (CT)
Salvatore Comes (CT)
Luca Carrubba (CT)
Sossio De Vita (NA)

PiEffe ha detto...

ci sono motivi personali lunghi da spiegare che mi fanno un po' palermitana e motivi organizzativi più elementari che richiedevano la mia presenza altrove...comunque vi ho pensato molto: basta il pensiero ?!'

marta ha detto...

Salve,
mi spiace, da palermitana, che l'interesse sia stato poco, io trovo il vostro laboratorio sperimentale meraviglioso!
Studio architettura a Torino, sto svolgendo una tesi di laurea magistrale sull'Albergheria e sarei interessata a sapere quanto più possibile sulla vostra esperienza.
A presto
Marta