martedì 8 maggio 2007

WOZ [04, ex-post]


Cioè, col senno di poi. Finito un Woz, se ne fa un altro.
Ma, è veramente finito? Oppure, Woz finisce così?
No, Woz Maletto sta iniziando adesso, ed è adesso che inizia a diventare dilagante. I giorni del Laboratorio sono serviti a vivere l'esperienza febbricitante (e quest'anno la febbre c'è stata davvero, insidiosa) dei progetti sempre in procinto di non finire. Adesso inizia la vera sfida: far diventare i progetti "una cosa". Per cui, si accettano candidature per partecipare al vero Woz: quello del senno di poi.
Le strade sono differenti, e ognuno (in piena autonomia) può percorrerle dal lato che gli pare più interessante. Qual'è la questione, dunque. Questa: abbiamo avuto una intuizione, suggendo dal luogo e dai suoi abitanti (come fanno le api col polline) il meglio possibile di una specie di idea, che va trasformata in altro (il nostro miele). A mente fredda è possibile farsi due conti, e il panorama che si mostra è questo: il team Comes-Ata-PeK ha affrontato uno dei bordi del paese (una delle porte, se si vuole) per dargli la precisa configurazione di "sacca" d'accoglienza e luogo degli scambi; quasi per caso, ma a Woz il caso non è contemplato, la microdemolizione operata dal gruppo Manganaro tende a guardare proprio verso l'area individuata dal predetto team, e da questa opera di "sottrazione" si apre la membrana che dal paesaggio porta al paese; all'interno dell'habitat (dunque, non solo "abitato") malettese hanno lavorato i gruppi coordinati da Nino Cogliandro, Francesco Buonfantino e Biagio Bisignani con tre interventi differenti ma, sostanzialmente, di ferrea metodologia che individua con analisi e proposte, una strada per un piano particolareggiato del centro con "al centro" l'intuizione, duplice, di paese albergo e luogo dell'immaginario. Le micro opere realizzate [ingresso della rocca, municipio, parco suburbano, stazione (ma la fragola dov'è finita?), scampanata, tagghiacatagghia, e scavuzzi a tempesta] non sono altro, a pensarci bene, che forme dell'immaginario che già s'incistano nel corpo di Maletto, e in una coscienza dell'accaduto. E poi, il colore! I bambini di Maletto (e le loro mamme!!!) non riusciranno a rimuovere con facilità il giorno della lunga tela azzurra in cui si sono compromessi in maniera definitiva (le loro bandiere sono già nelle mani del team di Antonio Presti, e verranno esposte a Palermo alla fine di maggio); ma non dimenticheranno nemmeno il giorno in cui hanno visto le bottiglie, in cui avevano inserito i loro sogni e appeso ad un albero del parco, tutte frantumate in mille pezzi dal solito cretino locale. Woz è pensato per chi rimane, non per chi va via. Con Totò abbiamo notato che alcuni "scavuzzi" sono stati recisi o gettati via, e lui ha detto "li stanno rubando a loro stessi". Per fare un buon progetto Maletto ha bisogno di idee, è vero, ma ha anche necessità di una volontà collettiva di pensare al proprio futuro in maniera coerente. Non è possibile, cioè, che da una parte si proceda verso qualcosa e dall'altra ci si allontani dalla cosa stessa: un progetto di città deve camminare pari passo con un processo di civiltà o, perlomeno, di socialità condivisa.

6 commenti:

Bulgakov ha detto...

Da quello che scrivi il compito dei wozzers assume dimensioni titaniche. E' facile pensare, ideare, recuperare e trasformare quando si è tutti insieme, quando si condividono i servizi igienici e al mattino si spilucca dallo stesso barattolo della nutella (a pensarci bene sono due immagini che non è opportuno associare nello stesso periodo).
Penso che la sfida diventi ora più che mai divertente, anche se ne tiri in ballo una che forse travalica i limiti di WOZ: stimolare il senso civico di un paese. Certo forse WOZ può dare il "la", ma una nota non basta a creare un'armonia.

angelo ha detto...

Un'esperienza esaltante, piena di pioggia e di inconprenzioni, con allucinazioni collettive e personaggi invisibili, con progetti irrealizzabili e blandi interventi territoriali, all'interno di una comunità, di anziani e agricoltori, che si è sentita esclusa da questa settimana di modernità.
Ma chi è Manganaro? Il personaggio invisibile, lo scavuzzo rivelato...
Io non l'ho visto. Da lontano ho sentito la sua voce mentre sussurrava all'orecchio di Letizia, tramite un cellulare, parole indecifrabili.
Ci è mancato nel nostro gruppo un portatore sano di buonsenso, un mediatore tra le due correnti che si erano venute a scontrare già dalle prime ore del woz, un professore che ci istradasse e mettesse d'accordo. Ma non c'era, c'eravamo noi e lui no, quindi pregherei chiunque citi il gruppo che è intervenuto al parco suburbano di citarlo tutto, membro per "membro", ahahah, e non solo Manganaro perchè non c'era...peccato.

angelo ha detto...

Un'esperinza splendida. L'energia schizzava da ogniuno di noi in ogni direzione, creatività, vita vera, grandi respiri di benessere per chi vive nel tram tram delle grandi città. Quell'enrgia che ci teneva svegli e pronti ad agire ci ha fatto vivere Maletto da malettesi, peccato che i veri malettesi non abbiano provato ad avvicinarsi a questi strani personaggi col pennello ma si siano fatti prendere dalla paura del diverso e del cambiamento. Ma cambierà? forse si, forse no...sò solo che andando via da "quel paese" cominciavo a notare i particolari affascinanti che ancora conserva e non più il generale degrado in cui versa. Il woz ha già dato il là e speriamo che non stoni...

Unknown ha detto...

Caro Angelo, Manganaro c'era. Ahivoglia se c'era, e se non fosse stato per quelle pause tra le righe, oggi saremmo qui a fare i conti soltanto con le nostre parole. Detto questo, siete stati tutti fantastici!

angelo ha detto...

ce lo sò...ed è anche un eccezionale disegnatore, l'avevo confuso con un altro...azz...capita,
scusate.

Barbablù ha detto...

"Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Scavuzzi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Maletto... e ho visto i raggi β balenare nel buio vicino alle porte del parco sub urbano.E tutti quei momenti resteranno per sempre nel tempo e nella memoria.è tempo di agire..."hehehe!!!
(Ti prego Ridley Scott, perdonami...)