
Una volta lette le istruzioni generali, presenti negli altri post, ecco alcune cose che vorremmo sapeste, giusto per non sbagliarsi e per iniziare già da adesso il conto alla rovescia.
CASE
Marina, Giusy e Vivian sono andate in giro a Maletto a vedere le abitazioni presso le quali alloggeremo. Ora, come scritto altrove, già abitare Maletto è l'inizio di un progetto di definizione strategica per una sorta di paese albergo. Essere lì, in un certo senso, è già "progetto". Le abitazioni malettine hanno diverse pezzature e propongono differenti stili dell'abitare: abbiamo il modello EMPTY SPACES di pinkfloydiana memoria (interpretazione 1: spazi sobri e solari, revival dell'existenzminimum; interpretazione 2: stanze vuote il cui arredo sosta più sull'immaginario che sul concreto); modello INSIDE CITY che si dividono in "one for you, one for me" ovvero l'elogio dei separati in casa, e in "io mammeta e tu", ovvero la nostalgia del focolare domestico; modello VINTAGE 60, quasi vero (edificio di vent'anni fa, libri e dischi di trent'anni fa, arredi di quarant'anni fa, insieme suggestivo e armonioso); modello TELODOIOLOSCIALE', selfmade buildings in cui prevale il ristoro agreste e i panorami incontaminati che si trovano all'esterno della corona periferica (modello 1: mmmmmh, qui ci vengo ad abitare io!; modello 2: mmmmmh, qui so io chi ci mando ad abitare!). Si prospetta un'avventura niente male.
CORREDO & ARREDO
Per il proprio ristoro è meglio portarsi appresso lenzuola, federe e asciugamani. Non che lo si faccia apposta ma, diversamente da Ustica e da Riace, qui la filosofia del paese-albergo deve ancora attecchire, per cui bisogna dare merito agli abitanti di Maletto che si stanno facendo in quattro, e in otto, per accoglierci nel migliore dei modi, ma non sono ancora attrezzati con corredi adatti all'uopo. Per cui... oltre le lenzuola, chi vuole, può aggiungere, chessò, un cambio eventuale, le pantofoline, lo scendiletto, la tenda di lino, il copriletto della nonna ricamato a mano, la biancheria per la cucina, presine comprese, lo stendino, il tavolo da disegno con tecnigrafo Zucor, lampadari, cassapanche, poltrone, gli specchi, una scala di alluminio, il trumeau, il portascarpe, l'abatjour, il televisore, l'impianto satellitare e una dozzina di sedie. Le opere d'arte le mettiamo noi!!!
Poi, di là dalle soluzioni legate al riposo e al proprio agio (si prediligono, ovviamente, corredi temprati alla mazzetta dei colori di Solecaldo) chiediamo ad ogni partecipante, adulto, giovane e bambino, di portarsi appresso una t-shirt bianca di cotone che verrà griffata a Maletto durante il WOZ.
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